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Vita da Psicologa

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Il Fior di Loto ha per gli orientali un forte significato spirituale: ha la caratteristica di affondare le radici nel fango, di distendersi sulla superficie delle acque stagnanti uscendo da esse immacolato e bellissimo.

Per questo motivo è il simbolo di chi vive nel mondo senza esserne contaminato. Perché come cantava il grande Fabrizio De Andrè: "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…..”. Questo fiore può essere la metafora di tanti percorsi all'interno delle nostre vite: la crescita spirituale, la consapevolezza della propria natura e della propria forza, la capacità di non farsi contaminare dalle nefandezze di questo mondo. Inoltre la straordinaria capacità di questo fiore di sopravvivere e risplendere nelle difficoltà, può racchiudere il significato profondo della resilienza: non conta quanto difficile sia la situazione nella quale ci troviamo, non conta quanto buia sia la notte, non conta quanto ormai ci siamo assuefatti ad uno stato di rassegnazione e rinuncia, perché nonostante le brutture e le sofferenze che ci circondano, nonostante la parte oscura in ognuno di noi, ogni singolo giorno noi possiamo scegliere di sbocciare come un fiore di loto, di trasformare la sofferenza e di renderla il nostro trampolino di lancio per un cambiamento profondo. Possiamo scegliere ogni giorno di diventare più amorevoli verso noi stessi e prenderci sempre più cura della persona con cui, del resto, passeremo tutta la vita, il nostro bene più prezioso, la nostra unica certezza: noi stessi.


Chiude i battenti il circo Barnum, considerato per 146 anni il più grande spettacolo del mondo. Quando una Psicologa legge una notizia del genere inizia a pensare ai bambini e ai genitori di oggi. Ed è subito chiaro perché il circo sta fallendo...


Pensiamo davvero che i nostri figli si stupirebbero davanti alla maestosità di un elefante? Sempre se alzano la testa dal telefonino in tempo per vedere l'elefante...


Considerando che lo spettacolo più lungo è l'esibizione della tigre e dura 12 minuti, non so quanti bambini hanno la capacità di stare fermi per 12 minuti a guardare "solo una tigre". Lo stupore muore, così come quando qualcuno smette di crederci, muoiono le fate.


Ai nostri figli manca la fantasia, manca la meraviglia per le cose semplici, manca la capacità di attendere, di assaporare le cose poco alla volta, manca la noia...


Questi sono tutti semi di una consapevolezza che noi genitori non riusciamo più a coltivare nei bambini. E il circo non è più riuscito a spalancare gli occhi dei nostri figli: le ha provate tutte, acrobati, spettacoli con le moto, nuovi numeri, niente più stupisce i nostri bambini. Considerando che lo stupore e gli eventi inaspettati sono alla base della voglia di imparare, con lo stupore muore anche la spinta all'apprendimento. Ed effettivamente le nostre scuole sono piene di studenti in cui il seme dell'apprendimento è morto ancora prima di veder la luce alla scuola primaria.


Trasmettere la curiosità e l'amore per l'apprendimento è un processo che parte da noi adulti: se i nostri figli ci vedono spesso col naso dentro a un libro, se notano la nostra meraviglia davanti a un bel paesaggio o a un cielo stellato, se siamo noi per primi curiosi di capire come funzionano le cose, se mostriamo come si aggiusta un disegno venuto male senza buttarlo...


Curiosità, stupore, fantasia e noia sono il nutrimento delle loro piccole menti: facciamo rivivere le fate un po' anche dentro di noi.


L'ultimo dolce sul Titanic

Quando una Psicologa legge post su Facebook pensa a quanto tutti gli aforismi, le battute e le pillole di saggezza riflettano le frasi di incoraggiamento che vorremmo sentirci dire in un mondo ideale...


Oggi ho letto questo post: -Pensa a tutte le donne che sul Titanic hanno detto: "No Grazie" al carrello dei dolci. E per che cosa? Cogli l'attimo. Mai esempio fu più calzante di questo...


Al di là del discorso dieta sì, dieta no, prova costume imminente e ultima moda dell'estate sulla pancetta da birra (di cui ci stiamo tutti auto-convincendo almeno di essere alla moda)... Il punto è: quanti sacrifici facciamo per qualcosa che forse non arriverà mai?


Quanti di noi fanno rinunce oggi nel nome di un incerto domani? E se il domani non arriva come per le donne del Titanic? Ci siamo goduti abbastanza l'oggi? L'unica certezza che possiamo avere è il momento presente, questo è il momento in cui possiamo fare qualcosa per noi, in cui possiamo far sentire le persone care importanti, in cui possiamo goderci l'ultimo dolce...Il domani adesso non esiste... Esiste il carrello dei dolci, esiste il dolce, ma non il domani... Eppure noi scegliamo il domani... Quando Orazio diceva: "Carpe diem", ci dimentichiamo spesso di completare la sua frase con "quam minimum credula postero", letteralmente tradotto con: "Cogli il giorno, confidando il meno possibile nel domani". E pensare che probabilmente ai tempi di Orazio non c'erano così tanti disturbi d'ansia come oggi...l'ansia è proprio la paura e la preoccupazione legata al domani...


Considerando sempre che il domani non esiste oggi! Allora almeno per stasera, buon dolce a tutti, come se fosse l'ultimo sul Titanic!!!

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