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Vita da Psicologa

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I Pescatori di Orbetello

E se una Psicologa si trovasse sulla straordinaria laguna di Orbetello e le indicassero un luogo molto caratteristico in cui fare un'esperienza davvero suggestiva per cena, cosa farebbe? Sicuramente sarebbe una buona occasione per mangiare con consapevolezza... "I Pescatori" è il nome di questo luogo, ma non è un nome di fantasia dato a un ristorante, che suggerisce semplicemente al cliente l'idea di mangiare dei piatti a base di pesce. Si va davvero a mangiare dai pescatori, c'è la barca ancora lì, a 100 metri dal tavolo, non ci sono camerieri, apparecchi il tavolo da solo, ci sono solo i pescatori appunto, che ti cucinano il pesce appena pescato da loro. Sarò banale, ma amo le cose semplici, limpide, senza fronzoli, peccato che difficilmente riusciamo nella vita di tutti i giorni a fare esperienza di questa semplicità.

Immaginate di prendere il vostro numero come in pescheria e poi di poter scegliere il pesce, ma invece di andare a casa, rimanete davanti a un tramonto sul mare ad aspettare il vostro turno, per poi sedervi al tavolo e gustarvi il sapore autentico del pesce cucinato da mani esperte.

E cosa ancora più poetica di questo luogo: non importa chi tu sia, i pescatori ti faranno da mangiare solo in base al numero preso, perché non si accettano prenotazioni.

Se vi è mai capitato di mangiare in modo mindful, saprete quanto è importante, nel momento in cui si ha il cibo davanti, soffermarsi un attimo e pensare a quante mani hanno dovuto lavorare per fare arrivare quel cibo nel piatto. Ecco, qui a Orbetello hai la possibilità di averli tutti davanti ai tuoi occhi: vedi la laguna in cui il pesce è stato pescato, vedi la barca che è servita per l'impresa, vedi i pescatori che finiscono il loro lavoro cucinando per te. L'intera catena dal produttore, al consumatore si esaurisce in 100 metri. E solo cogliendo la semplicità e allo stesso tempo la ricchezza di un momento presente come questo, impari a gustare davvero il cibo che hai davanti, comprendi la fatica che c'è dietro, vedi il mare negli occhi di chi nel mare vive e lavora da decenni e che ti serve un piatto e un'esperienza unica.

E se sei particolarmente fortunato, uscendo da questo posto in cui il tempo si è fermato, puoi incappare in un vecchio pescatore che ti racconta storie del mare, che profumano di malinconia. Da quella sera in poi, non sarà più la stessa cosa mangiare mindful...


In molti approfittano della pausa estiva dalla vita frenetica per dedicare più tempo a sé stessi e al proprio benessere spirituale... Complici il ritmo più rallentato, il caldo e le vacanze, in estate è molto più semplice ritrovarsi a non far nulla, fissando tramonti sul mare e cieli stellati, paesaggi mozzafiato e addirittura riuscendo a riservare ai nostri cari più attenzioni... Tutto questo è già "vivere il momento presente": sono brevi attimi in cui il nostro corpo e la nostra mente sono finalmente nello stesso identico posto: qui e ora...proprio come quando pratichiamo la Meditazione Mindfulness. Non siamo nel passato, non siamo angosciati dal futuro, siamo semplicemente qui e ci stiamo godendo il presente in un modo che sarebbe impossibile immersi nelle routine quotidiane dell'inverno... E poi c'è un modo ancora più particolare di vivere il momento presente in estate: il camper... Il camper è un'altra dimensione spazio-temporale: puoi essere contemporaneamente qui e ovunque, puoi racchiudere in 7 metri tutti i tuoi affetti e partire, avere dietro tutto e niente, essere completamente libero, essere lontanissimo ma allo stesso tempo sentirti come a casa tua. Il camper non è un mezzo di trasporto, ma un essere che vive di vita propria: tutti i camperisti danno un nome al proprio camper (e non solo per incitarlo nelle faticose salite), perché diventa un membro della famiglia, oltretutto molto geloso delle proprie cose: tutto quello che è del camper, rimane sul camper, guai a portare in casa un tappetino o un'insalatiera del camper in casa... E il camperista sa, qual è il vero momento presente: aprire il tendalino, magari vicino al mare. Quando si apre il tendalino, non serve davvero nient'altro nella vita, non si vorrebbe essere da nessun'altra parte, non si vorrebbe avere nient'altro in più...solo essere qui e ora... Buoni Km a tutti e godetevi il momento presente!

Tantissimi gli studenti in queste ore impegnati con gli esami orali di maturità... Quando una Psicologa ripensa al proprio metodo di studio, che dopo 25 anni di onorata carriera, ancora funziona, pensa anche che nel tempo è mutato notevolmente... Se avessi conosciuto la Mindfulness alle prime interrogazioni, avrei sicuramente studiato con meno ansia e molta più consapevolezza... Altre indicazioni, mi sarebbero state utili allora, ma visto che ormai il più è fatto, mi limiterò a passare il testimone ai posteri, ancora alle prese con la scuola e l'università...

  1. Pianificare prima di tutto: prima di partire a studiare un argomento è necessario anche farsi un’idea della quantità e qualità del materiale e di quanto tempo si ha a disposizione. Fate quindi un programma in linea di massima che vi consenta di apprendere gradualmente, piuttosto che fare tutto all’ultimo. Ovviamente poi seguire tale programma non dovrà essere fonte di ansia: basterà cercare di seguirlo in linea di massima...

  2. E' importante trovare lo stile di apprendimento più efficace per le vostre caratteristiche individuali: per esempio, se siete abituati a ripetere tutto più volte, ma non sembra più essere efficace, provate allora a fare schemi e riassunti.

  3. E' fondamentale la flessibilità: adattate il metodo di studio a quello che vi trovate di fronte. E' una materia che richiede un apprendimento prettamente mnemonico, oppure l’importante è capire di che si tratta? Quando è importante capire, aiutatevi con altri libri, chiedendo ai compagni o anche al professore durante la lezione.

  4. Il metodo di studio dev’essere modificato anche in base alle richieste e allo stile del docente che poi verificherà la vostra preparazione: dopo 5 anni dovreste aver capito cosa è importante per quel docente e cosa può essere trascurabile. Sono dettagli che non contano tanto per l’apprendimento della materia, ma per la resa all’esame, ovviamente.

  5. Rivedere gli appunti e riscriverli facendo riassunti o schemi è fondamentale per memorizzare bene i contenuti e saperli padroneggiare sia a livello scritto che orale.

  6. Alla fine di ogni sotto-argomento o capitolo potete segnarvi delle domande-tipo su quanto avete appena studiato, che vi serviranno prima dell’esame per testare la vostra preparazione, ripassare e fare una prova di quanto vi potrebbe venire chiesto all’esame.

  7. Il ripasso finale non dovete farlo sfogliando libri e quaderni e chiedervi se sapete ripetere tutto bene. Ma utilizzando domande simili a quelle potenziali dell’esame e provando a rispondere con parole vostre (per iscritto o a voce) e rivedete brevemente, ma con calma quello in cui vi sentite meno sicuri. Utilizzate anche le schede, i riassunti e gli schemi che avete creato durante lo studio.

Naturalmente non ci sono consigli su come trascorrere gli ultimi giorni prima dell'esame, ma sicuramente, affrontare la stessa ansia insieme ai vostri amici e compagni di classe, renderà tutto più esorcizzabile, oltre che meno terrificante... In bocca al lupo ragazzi!!! Buona notte prima degli esami...

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